Berlino, Bruce Springsteen contro i banchieri
Allo Stadio Olimpico, lo stesso delle Olimpiadi targate
1936, l'uomo del New Jersey si è esibito per le consuete tre generose ore.
Davanti a 68.000 spettatori, talvolta parlando in un tedesco definito buono, in
tedesco Bruce ha detto: "In America un sacco di gente ha perso il lavoro.
Ma anche in Europa e a Berlino i tempi sono duri. Questa canzone è per tutti
quelli che sono in difficoltà". E poi è partita "Jack of all
trades", tagliente stilettata ai banchieri che "ingrassano, mentre il
lavoratore diventa magro". Sebbene la Germania sia attualmente la
locomotiva d'Europa, a Berlino non sono tutte rose e fiori e c'è una
pronunciata disoccupazione. In "Death to my hometown" il quotidiano
britannico ravvisa i responsabili della denuncia sociale springsteeniana, i
"ladri avidi" e "i baroni delle ruberie" che "hanno
distrutto le nostre famiglie, le nostre fabbriche e ci hanno portato via le
case". Il "Telegraph" ricorda lo "storico" concerto
che Bruce tenne a Berlino nel luglio 1988, con Cortina di Ferro ancora
perfettamente al suo (tetro) posto, e cita studiosi secondo i quali anche lo
show di Springsteen contribuì alla caduta del Muro verificatasi sedici mesi
dopo. L'artista, dopo aver raccolto da un fan un poster in cui veniva
ringraziato proprio per quello show, ha emblematicamente detto: "Ogni
tanto fai un concerto in un posto, e quel concerto finisce per rimanerti
dentro. Vive con te per il resto della tua vita. Berlino Est nel 1988 è
sicuramente stata uno di quei posti".