Intervista agli Zen Circus!


Di seguito l'intervista a Karim, batterista degli Zen Circus, che ci parla della carriera della band, esperienze passate e presenti, è dal nuovo album uscito proprio oggi.


TheMetalUp - Ciao ragazzi, come sono andate le cose dopo l'ultimo album del 2014?

  The Zen Circus - "Canzoni contro la natura" è stato il primo disco degli Zen a finire in Top 10 e a portare date sold out in gran parte del tour. Dopo un anno abbondante di concerti ci siamo presi una pausa per portare avanti i progetti solisti, ma, soprattutto, per costruire il disco nuovo con molta calma.

 
TheMetalUp - Rispetto ai primi tempi cosa è cambiato nel vostro approccio alla musica?

The Zen Circus - Beh, alla fine tutto succede sempre in sala prove. Rispetto ai primi tempi però lavoriamo partendo dai provini, allungando molto la fase della pre-produzione, mentre la lavorazione dei primi album era più improvvisata e veloce.
Negli ultimi anni i brani vengono lasciati a decantare, subendo spesso delle mutazioni notevoli dalle prime versioni.
Abbiamo iniziato a campare di musica dal tour di Villa Inferno nel 2008, e fino a quel momento tutto doveva essere coordinato pensando anche al lavoro che facevamo per mantenerci, il che conduceva sovente a situazioni stressanti.
Quando la musica ha iniziato a darci da mangiare abbiamo iniziato a dedicarle tutto il tempo disponibile, e questo ha creato un'aria più stimolante e "tranquilla".


TheMetalUp- Della vostra carriera, di cosa andate fieri e cosa rimpiangete?

The Zen Circus -Abbiamo sempre fatto quello che volevamo, senza mai avere pressioni esterne, e senza mai passare da una dinamica molto svilente, che è quella dell' "auto-censura". Siamo rimasti amici, anzi, il rapporto interpersonale è diventato sempre più forte negli anni, e nonostante litigi e scazzi (giusti, necessari e sacrosanti), siamo tre fratelli.
Rimpiangiamo un po' l'aver accantonato l'estero dopo "Villa Inferno" ed il tour australiano del 2009.

TheMetalUp - Le differenze sostanziali tra ''Canzoni contro la natura'' e l'ultimo album, ''La terza guerra mondiale''

The Zen Circus -Sono due album profondamente diversi nella registrazione e nella produzione. Il primo è un disco volutamente sporco e crudo, registrato in pochissimo tempo e senza molte sovraincisioni, per dare un'atmosfera live al tutto. "La terza guerra mondiale" è il lavoro più impegnativo della nostra carriera; ci abbiamo impiegato un anno per "partorirlo". Avevamo in mano 40 provini, una mole di materiale enorme, dalla quale, con calma, abbiamo scelto i 10 brani che più ci convincevano. Per la prima volta non abbiamo adoperato tastiere, archi o fiati, ma solo chitarra, basso e batteria, lavorando in modo estenuante sul suono e sulla produzione. Questo album ha una forma mentis più pop, anche se al suo interno ci sono alcuni dei brani più  cattivi della nostra discografia, ma anche un uso nettamente inferiore della chitarra acustica e del drumset minimale tipico degli zen (timpano, rullante e piatti) rispetto a "Canzoni contro la natura".




TheMetalUp- Sono usciti due singoli, ''Ilenia'' canzone rock e diretta e la ballata ''l'anima non conta'', spiegatemi il significato di entrambe, cosa volevate trasmettere?

The Zen Circus -"Ilenia" è un pezzo rock molto quadrato. Il testo è il perno intorno al quale gira il vissuto di una ragazza di 20 anni: una riflessione cinica e cruda del suo mondo, delle sue paure, dei suoi dubbi e dei suoi desideri: una lettura catartica messa allo specchio davanti alla società odierna. "L'anima non conta" è una delle canzoni più intime del circo zen, prende come spunto episodi della vita di Andrea, ma riesce ad allargarsi e ad uscire dal mero sguardo soggettivo, camminando su quei "sentieri empatici" che legano le nostre esperienze private a quelle di tutte le persone che ascoltano il brano. Crediamo tutti e tre che rappresenti uno dei momenti musicali più belli e veri degli Zen Circus, e la risposta enormemente positiva data dal pubblico ci ha reso davvero felici. Era un singolo azzardato: quasi 6 minuti di durata ed un'atmosfera non vicinissima al classico pezzo zen, anche se in realtà lo sentiamo davvero nostro, e la naturalezza con il quale è stato scritto e registrato ha stupito anche noi.

 TheMetalUp - Si sa, la musica è uno dei mezzi più importanti per comunicare, ma serve anche da protesta. C'è qualcosa per cui vi sentite veramente incazzati?

The Zen Circus - Beh, i motivi per essere incazzati in questo momento storico non mancano, ma non siamo una band da "J'accuse", anche perchè nella maggior parte dei testi, siamo i primi a metterci in discussione per i vizi ed i difetti che ci accomunano a molti nostri concittadini. Amiamo giocare con la provocazione ed il grottesco, ma non diamo risposte, preferiamo fare e farci domande.

TheMetalUp - Mi è capitato di vedere ragazzini che ascoltano le band americane, senza neanche sapere i testi, interessandosi solo della melodia, tralasciando invece le band italiane che hanno sempre qualcosa da dire che potrebbe essere compresa. Perchè c'è questo disinteresse secondo voi?

The Zen Circus - Beh, su questo devo dissentire in parte. In Italia sia a livello mainstream che non il rapporto del numero di dischi venduti (e concerti visti) tra musicisti nostrani e stranieri è di 4 a 1, e negli ultimi anni, anche nella scena alternativa, l'importanza del testo sta crescendo in modo esponenziale (forse anche troppo a giudizio personale). Lo sbilanciamento verso il maggior ascolto di band anglosassoni è un fenomeno molto più sviluppato nel mondo metal, ed in quello punk ed hard-core.


TheMetalUp - Quali sono i riscontri che avete nei concerti, che gente viene a vedervi di solito?

The Zen Circus - I concerti degli Zen sono una grande festa, un rito liberatorio, dove alcune tematiche scure presenti negli album sfociano in un bel divertimento collettivo. L'età del pubblico si concentra nella forbice 18-24, ma in realtà sono presenti persone di tutte le età, dal ragazzino di 13 anni accompagnato dai genitori fino agli ultra sessantenni. Questa varietà rappresenta per noi una grandissima soddisfazione. Ad ogni tour vediamo sempre più facce nuove, ed anche adolescenti che non erano ancora nati quando uscì il nostro primo album.

TheMetalUp -  Di cosa ha bisogno e cosa potete dare alla musica Italiana?

The Zen Circus -Eh... bella domanda. La musica italiana (giudizio personalissimo) è messa meno male di quel che sembra. Purtroppo certe realtà non riescono a fare numeri di un certo tipo, ed alcune scene sono ignorate anche dal pubblico più attento e curioso. Attualmente le band nostrane che hanno preso fin dalla loro nascita  la via del cantato in inglese (nonostante la qualità dei lavori)  non hanno un pubblico consistente, cosa che fino ad una decina di anni fa non succedeva. C'è  una tendenza molto forte al dominio della lingua italiana negli ascolti odierni. Non è un male, ma preferirei un'attenzione maggiore anche verso le band anglofone, che sfornano non di rado dischi clamorosi ma semi-sconosciuti. 



TheMetalUp - Apprezzo i vostri testi perchè sono diretti e pieni di verità, ma in radio si sentono sempre le stesse cose, testi e melodie scarne da singolo in classifica, gente che si scrivere le canzoni. Ma davvero non si ha più niente da dire?

The Zen Circus - Beh, se diamo un'occhiata alle classifiche di vendita italiane degli ultimi 30 anni le top 10 non hanno mai avuto grandi scossoni, a parte l'esplosione grunge e pop-punk. Cambiano i nomi, ma a livello tematico le liriche molto spesso si adagiano su quello che normalmente vuole e preferisce la fetta più grande del pubblico, ed automaticamente su quello che passano le radio a ripetizione, in un circolo vizioso perenne. Detto questo, al di fuori dell'alta rotazione esistono mondi musicali non marginali, con un pubblico numeroso e vivo. E alla fine, questa è la cosa importante, in un modo o nell'altro la musica riesce ad arrivare e a colpire al cuore


Ciao!



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